Generare lead online nel B2B è difficile. In ambiente lavorativo le persone si comportano in modo più prudente e preferiscono non lasciare i propri dati nei numerosi form di richiesta che incontrano nella navigazione. I motivi sono vari:
Generare lead online nel B2B è difficile. In ambiente lavorativo le persone si comportano in modo più prudente e preferiscono non lasciare i propri dati nei numerosi form di richiesta che incontrano nella navigazione. I motivi sono vari:
Da settimane mi imbatto su Instagram in una sponsorizzata in cui Rovazzi dice «io resto a casa» e invita a fare altrettanto. Un dettaglio importante: la campagna è promossa dal Ministero della Salute. Eppure i bollettini dell'OMS e della Protezione Civile sono eloquenti e i media non parlano d’altro. Allora perché, dopo oltre un mese, serve ancora Rovazzi per trasferire un concetto così elementare in un momento così delicato?
Oggi saper fare il proprio lavoro non basta: anche se il tuo è un buon prodotto o un servizio eccellente potrebbe essere invisibile tra quelli dei competitor. La nuova sfida professionale non è portare il cliente all’acquisto, ma coinvolgerlo nella storia aziendale, trasformarlo nel miglior testimonial del tuo successo.
Un brand senza una storia non ha futuro e “lasciare scegliere gli utenti” no, non è una buona idea L’ultima puntata dell’ultima stagione di Game of Thrones non ha lasciato indifferenti, nel bene o nel male. Ma sia che abbia soddisfatto o meno la nostra immaginazione, quel che è certo è che ospita un discorso cristallino sullo storytelling. E non c’è bisogno di essere fan o esperti del trono di spade per apprezzarne le sfaccettature.
I social media sono morti? No, sono vivi e in salute, chi più chi meno.
“La gente non vuole un trapano, vuole un buco nel muro”
Per chi ancora non lo sapesse, AMP è un’acronimo che sta per “Accelerated Mobile Pages”: letteralmente pagine mobili accelerate. Si tratta di una libreria open source nata dalla necessità di migliorare l’ecosistema dei contenuti per dispositivi mobile. AMP nasce dal fatto che molti siti sono male ottimizzati, sono lenti o unresponsive, insomma danno una cattiva user experience. Il fine ultimo di AMP è infatti quello di realizzare siti web veloci, belli e performanti su tutti i vari dispositivi e piattaforme utilizzati per navigare sul web.
“Non ho tempo”, “non posso dirlo”, “non rientra nelle nostre attività”, quante volte hai pronunciato o sentito pronunciare una frase di questo tipo? D’altronde, si sa, mettere la propria esperienza al servizio del pubblico condividendo nozioni preziose non è facile. Ma la vera domanda è: perché non dovrebbe esserlo? Perché molto spesso le aziende rifiutano di condividere le loro conoscenze come fossero importanti segreti da custodire nelle proprie mani? Anzi, osserviamo il problema da un altro punto di vista e chiediamoci: perché un’azienda dovrebbe adottare la logica della condivisione?
Che i video siano molto amati dagli utenti della rete è un fatto ormai risaputo. YouTube è il secondo motore di ricerca più usato al mondo. Una ricerca Audiweb realizzata da Nielsen ci dice che nel 2016 gli utenti hanno preferito i contenuti video nell’82,5% dei casi (categoria Video/Movies con quasi 26milioni di utenti al mese) e con un incremento del tempo medio a persona dedicato a questa attività in continuo aumento.
Recentemente abbiamo avuto delle conversazioni interessanti con due dei nostri clienti sul tema dei contenuti duplicati, e ne abbiamo tratto alcune riflessioni che speriamo possano essere utili anche ad altri :)
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